Sism 

Società Italiana di Storia Militare


ARCHIVIO FOTOGRAFICO

 La battaglia della Baia dei Porci. (Cuba 1961)
 Si ringrazia il Socio Elio Susani per le fotografie e il testo di questo articolo

Inquadramento storico dell'episodio militare.

Dobbiamo inquadrare storicamente questo scontro militare. Infatti è necessario sottolineare, vedremo meglio, come è il suo contesto storico-geopolitico ad essere veramente importante, gravido di valenze economiche, giuridiche, militari, e rilevante nell'assetto degli equilibri internazionali dell'epoca più in generale, e specificatamente nella zona centroamericana. Un contesto decisamente più importante della contenuta localizzazione del reale conflitto militare che si è svolto, e che pur ci interessa oggi maggiormente, perlomeno in codesta sede.

Analizzando freddamente ed approfonditamente gli aspetti militari dell'evento (finalmente oggi è credibilmente possibile) ci accorgiamo che quest'ultimi appaiono decisamente sottodimensionati rispetto all'eclatante prospettiva geopolitica sul quale essi si sedimentano. Vale a dire che oggi possiamo tranquillamente affermare esservi una evidente sproporzione dimensionale tra l'aspetto bellico che si è determinato in quei giorni cubani ed il suo eclatante risvolto politico e mediatico che si è creato dentro e soprattutto fuori di Cuba, a seguire per molti anni.

La Battaglia della Baia dei Porci, località meridionale della provincia di Matanzas sulla costa, compresa tra le città di Playa Larga e Playa Giròn, parte della penisola di Cienaga de Zapata ad ovest e prossima al territorio della provincia di Cienfuegos ad est, fu episodio di guerra autentica nel contesto più generale della cosiddetta Guerra Fredda intercorsa tra le due superpotenze degli Stati Uniti d'America e dell'Unione Sovietica. L'ispirazione di questa operazione militare d'invasione dell'isola caraibica nella quale da due anni si era ormai compiuta una storica rivoluzione, e della quale si era appena proclamata ufficialmente la natura socialista, nasce proprio nei momenti immediatamente successivi alla vittoria delle forze rivoluzionarie guidate da Fidel Castro sul regime dittatoriale e corrotto, filoamericano, di Fulgencio Batista all'inizio del 1959. Il soggetto ispiratore dell'operazione è l'amministrazione del Presidente americano Dwight Eisenhower. Il soggetto propulsore ed organizzatore è l'Agenzia Nazionale per lo spionaggio all'estero C.I.A. (Central Intelligence Agency) ed il progetto che viene a delinearsi succede alla presidenza Eisenhower per trasferirsi nelle mani del neoeletto John Fitzgerald Kennedy, sin dal suo insediamento alla Casa Bianca nel 1960.

Le fonti storiche.

L'episodio della battaglia alla Baia dei Porci nell'aprile del 1961 è stato per tanti anni obliterato dalla conoscenza pubblica mondiale se non per sommi capi, ridotti e riduttivi per quel che serviva. In primo luogo perchè l'evento ha rappresentato una eclatante sconfitta politica e militare dei soggetti che l'hanno ideato, organizzato e perpetrato. Va da sè che il quasi totale dominio dei mezzi di informazione e comunicazione in proposito erano e sono stati detenuti proprio dalla principale parte in causa, gli USA, praticamente fino all'inizio degli anni 2000. Non è facile narrare, argomentare ed illustrare una propria debacle. Specialmente quando ci sono stati di mezzo morti e feriti, montagne di dollari sprecati, un'immagine politica complessiva uscita malconcia a livello mondiale. Si è preferito dar voce ai superstiti rimpatriati che hanno profuso a piene mani resoconti colmi d'odio e di panzane, frutto di indubbia frustrazione ed altrettanta comprensibile complice benevolenza. Fra tutti basta citare che il principale responsabile militare della spedizione mercenaria Josè Perez De San Romàn, una volta rimpatriato, ebbe a scrivere nelle proprie memorie che la battaglia causò alle forze castriste più di 1.800 morti e quasi 5.000 feriti. Dunque una somma di perdite che risulta addirittura superiore al numero delle forze castriste messe in campo nella battaglia. Lo storico militare può inorridire.

Per converso, la parte uscita nettamente vittoriosa appartiene, o meglio, è appartenuta per almeno tre decenni ad una parte di mondo considerato globalmente in senso avverso e con addosso l'impronta demoniaca che solo in tempi recenti appare sempre di più stemperata. Mai e poi mai si sarebbe potuto prendere per buone fonti di informazioni provenienti da Cuba, o da parte di suoi alleati. E nemmeno sono esistite fonti cosiddette neutrali, stante il blocco totale eretto tra Cuba ed il mondo occidentale ed atlantico.

Ma il tempo è medico perlopiù efficace. E' verso la metà degli anni '90 infatti che, stante i decenni trascorsi, vengono sempre di più disponibili fonti di informazione ormai considerate declassificate, in primo luogo proprio dall'Amministrazione americana e dalla stessa CIA. Dall'altra parte l'apertura cubana al turismo in quegli anni si fa sempre di più massiccia, e dunque incominciano ad essere visionate anche le fonti di informazione ufficiali cubane, che non mancano affatto, non sono mai mancate (comprensibilmente) e che, alla lunga, si dimostreranno le più aderenti alla realtà dei fatti storici, segnatamente di quelli militari accaduti. E sono proprio quest'ultimi che, in nostra sede, ci interessano più degli altri, più dello sfondo, che è stato quel che è stato, e che ormai va consegnato alla storia.

Ci accorgiamo quindi che la messe di dati ed informazioni disponibili sugli stessi contenuti essenzialmente militari dell'episodio storico appare assai consistente da ambo le parti, di qualità elevata, addirittura con ricchezza di dettaglio che appare impressionante, stante l'oblio e le assenze durature di cui abbiamo parlato sopra. Un bengodi per il ricercatore appassionato.

E ci accorgiamo dunque che proprio gli aspetti militari della battaglia sono così vari e numerosi, ancorchè complessi, che non è agevole trarne un resoconto fatto alla buona, se non con l'intento di ricavarne le essenzialità, i passaggi maggiormente significativi, le svolte determinanti. Auspico pertanto di essere riuscito in questo piccolo intento, e per gli appassionati ricercatori di storia militare indico e consiglio le letture necessarie per completare nel migliore dei modi la conoscenza dell'argomento. Purtroppo (o per fortuna) le fonti sono tutte in lingua originale, inglese e spagnolo, senza mediazioni, senza traduzioni. Consiglio la lettura anche delle opere più datate. E' emblematica ed induttiva di molte riflessioni.

- Nota informativa dell'Ispettore Generale della CIA Lyman Kirkpatrick - The secret CIA report on the invasion of Cuba. Editor Peter Kornbluh, The New Press, New York, 1998. Documento declassificato.

- Josè Perez De San Romàn - Respuesta, la verdad sobre Giròn. Editor Cargo Press, Miami, 1979.

- Haynes Johnson e altri - la Bahia de los Cochinos, Edizioni Diana S.A. New York, 1964.

- Peter Wyden - Bay of Pigs, Simon e Schuster Publisher, New York, 1979.

- Juan Carlos Rodriguez - Giròn , la Batalla inevitable Ed. Capitán San Luis, La Habana 2005

- Josè Ramon Fernandez - Playa Giròn, 50° Aniversario Ed. Pathfinder New York, London. 2011

Personalmente considero l'opera di J.C. Rodriguez la più documentata ed attendibile, monumentale nella raccolta dei dati e delle informazioni, quasi maniacale nel resoconto anche di dettaglio. Opera completa ed esaustiva sull'argomento, peraltro assai ben aggiornata. Disponibile in lingua spagnola ed inglese.

Le fonti fotografiche.

La mia selezione di fotografie storiche (quelle ovviamente in bianco/nero) appartiene per la quasi totalità ad opere dei migliori fotoreporter di guerra cubani dell'epoca. Tra tutti il più famoso è Raul Corralès (Raul Corral Fornos), della scuola di Alberto Korda, di cui è stato allievo ed amico. Alcune sono tratte dalla sua opera monografica GIRON, Los dias gloriosos de una batalla. Ediciones Aurelia - Valencia, 2007. Altre sono di Mario Collado, Ernesto Fernandez, Tirso Martinez e Bob Thaber. Altre ancora sono state riprodotte dalle pubblicazioni del giornale Granma, e della rivista INRA, da Life, Newsweek e L'Unità. La loro riproduzione non è finalizzata a scopo di lucro ma essenzialmente divulgativa in sede specializzata (SISM).

Le foto a colori sono catalogate e codicizzate. Ringrazio mia moglie Fiorenza Brognoli per la collaborazione prestata, anche in condizioni di torrida tropicalità, laddove si fotografava con 40° C all'ombra. Con ogni evidenza molte foto sono state scattate, con permesso, all'interno del Museo Memoriale della Battaglia a Playa Giròn. Museo recentemente ristrutturato, ben concepito e realizzato. La qualità delle foto ad alcuni pannelli esplicativi non si presenta ottimale, grazie a condizioni di luce non regolabili ed alla superficie lucida degli stessi. Chi può e vuole lavori di zoom per meglio ingrandire e cogliere i dettagli che in molti pannelli, specie in quelli riproducenti le mappe della battaglia, sono di estremo interesse.

Lunga e diritta correva la strada...

Lunga e diritta correva la strada...l'auto veloce correva...ma al mio fianco non c'era Francesco Guccini, mentre la Mockba del 1984 mi portava da Jaguey Grande a Playa Larga lungo la carrabile 116. Al volante stava Pepe, uno degli autisti anziani che, con Angel, per tre giorni mi hanno scarrozzato in lungo ed in largo nella zona di Playa Giròn e della Cienaga de Zapata, sui luoghi dove dal 17 al 19 aprile del 1961 ebbero luogo i combattimenti che sono passati alla storia come Battaglia (o sbarco) della Baia dei Porci, sulla costa meridionale di Cuba. Pepe ed Angel in zona sono conosciuti da tutti e conoscono praticamente tutti. Angel, di Playa Giròn, con la sua Studebacker del 1954 (io e lei compiamo gli anni assieme) non mi ha fatto mancare nulla : dall'angolo di terrestre paradiso di Caleta Buena, che sarebbe stata uno dei punti programmati per lo sbarco delle forze d'invasione, sino ai sentieri bui e nascosti nella foresta, popolati da nugoli di granchi, percorsi a piedi dai miliziani che presero alle spalle le pattuglie avanzate dei Mercenari sulla carretera 112, la strada che proviene da Covadonga e Yaguaramas e giunge al bivio di San Blas (visionare la cartina 01 e foto 12). Mi ha anche fatto assaggiare la carne di coccodrillo "Da Marisol" a Pàlpite. Richiedevo soste frequenti, e mentre calcavo le zone quasi uguali a com'erano più di cinquant'anni fa, mi accorgevo che le tracce della battaglia sono oggi dettate unicamente dai monumenti ai caduti e dai cartelloni di propaganda, verniciati a mano, che ogni anno debbono essere rifatti. Monumenti che spesso sono appaiati, o a gruppi di tre. Una semplice base di cemento ed una stele con il nome del caduto. Sulla carretera 116, fino a Playa Larga, sono almeno una quindicina, in gran parte per i miliziani caduti sotto il fuoco degli A -26 della forza d'invasione (foto da 04 a 08).

Mentre Fiorenza fotografava nei dintorni io seguivo Angel che si fermava a confabulare con tutto il popolo presente. Ciascuno di essi aveva avuto in famiglia almeno un congiunto che prese parte alla battaglia. Tra costoro mi ricordo la figura singolare, macilenta e mora di Santiago, che mi dicevano camminava ogni giorno per 20 Km. E' che ha appena compiuto cent'anni, e non solo fu miliziano castrista nella battaglia, ma ancor prima fu rivoluzionario con Fidel sulla sierra. Racconta con poche parole e non vuole essere fotografato. Ciò che accetta è una sigaretta. E' vestito con abiti frusti e neri, come quelli dei nostri contadini di una volta. Sul volto africano tiene la barba candida ed in testa ancora un berretto militare che un tempo fu color verde olivo, ed ora è di un cachi sbiadito. Strano a dirsi, sono pochi i denti che gli mancano. Porta delle scarpe sfondate che trascina, ma dice che ormai riesce a camminare solo con quelle. In disparte mi rivolgo ad Angel perchè mi suggerisca come potergli elargire qualcosa che possa accogliere. Ed il mio autista allarga le braccia. - Non ha bisogno di nulla - mi dice. - Qui Santiago è Santiago. Non ci sono problemi. Ogni tanto dicono che gli arriva un pacco, e nessuno sa cosa contiene. Sopra si vede solo un biglietto con scritto a mano 'Fidel'.-

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